Strana fine quella del fantasioso personaggio Agamennone, combatte dieci anni da eroe nella sanguinosa guerra di Troia e poi finisce morto per mano della moglie Clitennestra.
Doveva probabilmente sentirsi sicuro nella vasca da bagno di casa sua quando venne ucciso dalla sua consorte e dal suo amante.
Ma d'altra parte Clitennestra deve cedere il passo ad Elena, molto più professionale di lei in quanto a danni sugli uomini, sulla sua coscienza la fedigrafa aveva il peso delle migliaia di vittime della guerra di Troia, però esce magistralmente dalla scena ritornando sana e incolume fra le braccia del marito becco, lasciandosi alle spalle anche la morte di Paride che muore miseramente ucciso dalle frecce di Filottete.
Certo la differenza tra i due miti è abissale,Clitennetra per far fuori il marito qualche ragione umanamente
comprensibile ce l'aveva, Agamennone le aveva sottratto la figlia Ifigenia per sacrificarla ad Artemide, niente di meno per la ragion di stato più ignobile : quella della guerra, e una donna , tra l'altro madre, non poteva metabolizzare una simile crudeltà.
Diametralmente opposto il caso di Elena che di attenuanti ne aveva poche.
Ora prescindendo dal fatto, che spesso le seduttrici la fanno franca, bisogna pensare che effettivamente Clitennestra non è molto funzionale al male come lo è Elena, questo perché l'attitudine al male nella donna è più nella seduzione che nella violenza.
L' OPERA DI SATANA CONTRO IL SESSO MASCHILE
Dello scorso novembre 2013 è un libro dal titolo "101 modi per far
soffrire gli uomini", lo stile e l'apparenza vogliono rimandare ad un saggio umoristico, ma i contenuti del testo fanno poco ridere e l'autrice prende molto sul serio la possibilità di far soffrire il sesso "concorrente" al fine di assoggettarlo.
Il tentativo di satana di rovinare l'armonia che Dio aveva previsto tra l'uomo e la donna, ovviamente non è nuovo, ma i tempi attuali vedono un tentativo delle donne in satana (seduttrici e non)di distruggere antropologicamente l’'uomo in una maniera che ha caratteristiche diverse dal passato.
SULLE SEDUTTRICI
La possibilità che offre il mondo attuale alle seduttrici è l’'immunità dalle critiche sul loro abbigliamento. In virtù del solito (e travisato) non giudicare che poi è un non giudicare di satana , un travisamento attraverso il quale il mondo vuol dire maliziosamente:
"non ammonite i peccatori",
quando invece, come ben sanno i cristiani , l'’ammonizione è opera di misericordia spirituale.
Il mondo ha deciso, poi, di non condannare la smisurata voglia delle seduttrici di gestire le passioni per farsi dee in vanità, facilitando così il dominio del maligno sulla società e non quello di Dio.
Tornando al paragone con la mitologia si noti che nella guerra di Troia operano come burattinai più vizi capitali e cattiverie, dalla discordia( di Eris) alla vanità (delle dee), dalla lussuria(di Paride ) all’'ira ( di Achille.)
E' la catena ininterrotta dei vizi che si richiamano l’'un l’altro che determina lo spiegarsi delle violenze che caratterizza la guerra di Troia.
Certo stupiscono le intuizioni greche che in racconti sia pure puramente fantasiosi riescono a cogliere con grande acume l’'essenza della radice del male.
In ogni caso bisogna prendere atto che non è a breve che la condanna della seduzione femminile avverrà in una società fortemente anticristica.
LA DOLCEZZA IN SATANA
Per evitare, dunque, che le donne in satana creino danni, l’'uomo deve sapere che deve liberarsi dal machismo da trattoria e prendere consapevolezza di che tipo di debolezza ha nei confronti del male, quella debolezza che Dio stesso, poi , gli rivela nelle Scritture.
Al di fuori dalla grazia di Dio, esiste nella donna (più che nell' uomo) il concretissimo rischio di una dolcezza in satana che cerca di ottenere spesso frutti che portano alla dannazione il proprio prossimo , prossimo che poi magari è il marito, il fidanzato o semplicemente il ragazzo o il "maschio" che si vuole sedurre o circuire per ottenere comportamenti indotti che poi sono comodi ai propri scopi.
Satana è una scimmia, uno squallido imitatore del Creatore , quindi,cerca di riprodurre perversamente la carità di Dio per veicolare le sue proposte di peccato.
Le donne in satana altro non fanno che imitare quello che è il loro ispiratore comportamentale per farsi figlie di questo padre infernale loro maestro e strisciare al disotto dell'accusa formale del mondo, che condannerà sempre il visibile e mai l'invisibile, invisibile però che rimane tuttavia come macchia dell'anima e cancellabile quindi solo da Dio attraverso un percorso di conversione e pentimento come avvenne nell'adultera del Vangelo:
"va e non peccare più"
Tornando alla dolcezza in satana che danna: secondo San Tommaso D’aquino Adamo pecca anche per un amore troppo accondiscendente nei confronti di Eva.
Si noti che il santo non ritiene che il problema fosse l’'amore per Eva, ma quell'’amore che la fa preferire a Dio.
L’'uomo cade più per la gentilezza di satana che per la sua violenza, stessa sventura infatti tocca a Sansone che imbattibile sul campo cade per mano della sua "amata" Dalida. Il cattolico non deve tanto guardare il suo nemico armato, ma deve sempre aver fisso il suo fine che è non cadere nel peccato e quindi lo sbaglio di Adamo gli deve tornare alla mente soprattutto se compagna gli è una che molto assomiglia ad Eva.
Si illude l'uomo che vuole convertire la seduttrice decidendo al contempo di amarla", l'uomo deve fuggire l'occasione di peccato, perchè tenendosi vicino alla tentazione satana sempre vincerà e l'uomo perderà la sua anima .
D'altra parte Berlicche che la sa lunga su come rovinare l'anima degli uomini , consiglia al diavolo Malacoda:
"Poiché il matrimonio, quantunque invenzione del Nemico, ha le sue utilità. Vi devono essere diverse giovani donne nel quartiere che gli renderebbero la vita difficilissima, se tu soltanto riuscissi a sposarne una."
Lewis, infatti, nel suo romanzo ci teneva a dirci che dal matrimonio, anche se consacrato ,contratto con un 'empia,satana riesce a trovare molte sue utilità per rovinare l'anima del futuro marito e portarlo così alla dannazione.