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LE DONNE E LA CADUTA DEGLI UOMINI DI VALORE

"Non considerare nessuno solo per la sua bellezza
e non sederti insieme con le donne,
perché dagli abiti esce fuori la tignola
e dalla donna malizia di donna.
Meglio la cattiveria di un uomo che la compiacenza di una donna, una donna impudente è un obbrobrio."
Siracide 42, 12-14

Quello che manca all' uomo di oggi è la capacità, si potrebbe dire quasi l'impossibilità, di comprendere che il coraggio, il valore o la forza sono pur doti a cui si deve tendere ma che a nulla servono se non si sa come evitare di soccombere di fronte alla potenza delle passioni carnali.
Spesso, l'uomo moderno commette l'errore opposto ovvero come un pavone tende ad impressionare la seduttrice per poi cadere in una ragnatela da cui non è capace di liberarsi. Questo avviene per il semplice motivo che la natura dell'uomo non è fatta, come è bene ripetere, per difendersi dalla donna, ma per difendere la compagna e quindi la famiglia dai pericoli che le sono esterni.
Nella donna è marcata la capacità di sedurre, perché la acquisisce dalla natura delle cose, per la conservazione della specie. Ovviamente, ci sarebbe da specificare che la natura dei figli di Dio ha qualcosa di ben diverso sia dalla natura del regno animale, sia da quelle che sono le conseguenze del peccato originale e sia dalle influenze di satana sui figli di Dio, ma non ritengo che sia nelle finalità del libro fare teologia sul peccato originale cosa che spetta ad altre persone e ad altri libri più specifici.
Tornando all' argomento facciamoci dunque una domanda semplice : “ha il dovere l'uomo di difendere la donna con il coraggio e il valore che gli devono essere propri?”
Certo. Ci sono addirittura nella Bibbia casi in cui gli uomini si preoccupano di fare vendetta delle parenti violentate come fu nel caso di Dina, figlia di Giacobbe vendicata dai fratelli Simeone e Levi e il caso di Tamar figlia di Davide violentata da Amon, vendicata da Assalone suo fratello. Non si vuole entrare, in questo contesto, sulla liceità dei comportamenti dei personaggi citati sicuramente il comportamento di difesa su Susanna fatta da Daniele fu più consono al volere di Dio, qui si vuole semplicemente mettere in luce che è naturale o se preferite istintivo per l'uomo difendere la donna piuttosto che difendersi da lei.
È sempre onorevole difendere tra l'altro una donna santa e virtuosa, senza tener conto che l'uomo poi ha il dovere di proteggere anche a costo della vita la madre dei suoi figli.
Ma le sempre verdi sfide di sapore ottocentesco che animano magari dei pirla che sono pronti a battersi per la seduttrice carnale di turno, hanno senso?
Boh... forse nel mondo animale sì, quello degli scimpanzé o dei babbuini, ma nel mondo dei figli di Dio azzuffarsi per una novella Salomè non sta né in cielo, né in terra.
Diciamo, comunque, che sicuramente il problema è a monte. L'uomo dalla seduttrice, dalla poco di buono, dalla bocca di rosa di turno si deve tenere lontano come fosse la peste. Anche perché le Sacre Scritture non hanno in grande considerazione le bellocce senza senno:

 

"Un anello d'oro al naso di un maiale,
tale è la donna bella ma senza cervello."
Siracide 11,22


Ovviamente il mondo deride l'uomo che teme la seduttrice, ma fa male, perché, chi, nei modi che gli suggerisce il buon senso, salva sé stesso dal ridicolo o dalla sventura, non è un vile, ma una persona quantomeno non deficiente.
Spesso, la sventura, il sedotto non la vive, tra l’altro, nell' immediato; ma dopo un periodo a medio/lungo termine, quando, una volta caduto nella trappola delle proprie passioni, non riesce più a domarle e finisce così per fare quello che inevitabilmente danneggerà se stesso e la propria dignità.
Pertanto bisogna dirlo con estrema chiarezza: l'uomo che pensa di poter tenere stretto a sé una seduttrice, senza ustionarsi è un illuso.
Due casi biblici val la pena di menzionare: quello di Sansone e quello di Davide.
Sansone noto a tutti per la straordinaria forza, nel momento in cui aprì il cuore alla sventurata Dalida , finì accecato e umiliato dai Filistei.
Non si poteva certo dire che Sansone non fosse un uomo di valore, anzi nessuno ha avuto la sua stessa forza per quello che ci dicono le Sacre Scritture, eppure cadde a causa di una donna.
Lo schema fu lo stesso identico utilizzato da satana nel giardino dell' Eden: una donna per far cadere un uomo.
Poteva satana far soccombere Sansone con la forza dei filistei? Evidentemente no.
La debolezza dell'uomo è piuttosto da ricercare nei rapporti con la donna empia o come diremmo, adesso, nella scellerata, è questo quello che toglie forza, anche al valoroso.
Cosa che non accade all' uomo se la santità gli è accanto.
Vediamo adesso un altro caso biblico: Davide.
Il figlio di Iesse, come tutti sanno, sconfisse Golia con grande coraggio.
Le battaglie vinte e i nemici uccisi da Davide non si contano, eppure questo valoroso Re cadde per una donna , con tanto di omicidio del marito di lei.
Qui c'è da sottolineare che la colpa di Betsabea è, a mio modesto avviso, di gran lunga inferiore a quella di Davide, il motore del disastro fu principalmente l' incapacità del figlio di Iesse di dominare la sua passione. Sembra strano?
No. Perché la capacità di dominare le passioni non è su un piano diverso da quello in cui risiedono la forza e il coraggio , questi differenti valori sono proprio su due universi lontani anni luce.
Dominare se stessi vale più che conquistare una città infatti dice il libro dei Proverbi 16;32.
È pur vero che la lussuria finisce con il togliere sia il valore che il coraggio di un uomo, lasciando a questo ultimo un pericoloso surrogato ovvero l' aggressività, ma l' avere il coraggio non implica una capacità di dominio delle passioni , questa si acquisisce con una dimensione della volontà che ha altre variabili che sono connesse ad un altro mondo tutt' altro che strettamente terreno.
Nel capitolo che segue citerò un avvenimento sicuramente rappresentativo di questa realtà che si svolge decenni prima delle vicende di Sansone e di Davide nelle steppe di Moab.
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